lunedì 26 settembre 2016

Lombrichi e uva passa per una vita di talento

Ecco tutto quel che occorre, magari insieme a una certa serenità e al dono di sapersi rallegrare delle piccole cose, qualche volta anche proprio di niente.

Mi aveva già stregato con L'arte di collezionare mosche, Fredrik Sjoberg, ora si ripete con un altro libro dal titolo improbabile, Il re dell'uvetta, proposto ancora una volta da Iperborea. Con lui sembra proprio di uscire di casa con un retino per la caccia alle farfalle, non sapendo bene cosa succederà davvero. Magari quel retino si userà solo per provare a catturare la luce che sorprende le cose e le rende più incantevoli.

Entomologo, scienziato affabulatore, collezionista di insetti con lo spirito dell'artista, uomo catturato da sogni quali la possibilità di scrivere la storia naturale delle notti d'estate, questa volta il nostro ci spinge a inseguire la vita di tale Gustaf Eisen, personaggio oscuro e multiforme vissuto a cavallo di Ottocento e Novecento tra Svezia e California.

Eisen era uomo di grande talento, messo al servizio di singolari passioni. E anche uomo capace di inventarsi più volte la sua vita. Da zoologo è stato uno dei più grandi studiosi di lombrichi - e come dimenticare la vocazione allo studio delle mosche di Sjoberg? Però è stato anche grande viaggiatore, consulente di Darwin, amico di Strindberg, pioniere della coltivazione dell'uva passa in California, collezionista di tessuti maya del Guatemala, ecologista che per primo ha evocato la necessità di tutela delle sequoie, sedicente scopritore dell'oggetto che più di tutti ha destato fantasie e ossessioni, il Santo Graal... Basta?

Genio ed eccentricità, questo è stato Eisin e questo è ciò che ci racconta Sjoberg, che parlando di Eisin, parla spesso anche di se stesso e delle sue passioni. Bizzarre e marginali, ma capaci di abitare un cuore, magari fin dall'adolescenza.

Tanto quello che conta è starsene fermi ad aspettare le storie. Prima o poi - dice - tutto sembra far parte di uno stesso puzzle. Tanto la felicità può celarsi dove meno ci si aspetta, dove c'è il niente piuttosto che il tutto.

2 commenti:

  1. Il tuo modo di scrivere su questo Blog cattura molto .Complimenti 

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, è un commento che mi fa molto piacere. A presto, paolo

      Elimina

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...