venerdì 11 luglio 2014

Il grande Raymond e le forbici dell'editor

"Tu credi di raccontare una cosa. In realtà, ne racconti dieci nello stesso tempo. Deve essere l'alcool".
"E se fosse quello che descrivo? Gli effetti dell'alcool?"
"Tu hai qualcosa da dire, ma troppe parole per dirlo. E a quel punto arrivo io".

Dedicato a tutti coloro che nella propria libreria hanno riservato un posto particolare a Raymond Carver - come del resto il sottoscritto. Ma non sono a loro, perchè in realtà Forbici di Stéphane Michaka (Edizioni Clichy) non può non catturare tutti coloro che nei libri cercano i segreti degli stessi libri.

Gli strani percorsi della creatività, la scrittura come inferno e paradiso, i meccanismi del successo editoriale, le inesauribili complicazioni del rapporto tra le opere e la vita... tutto questo e anche altro ho ritrovato in questo libro sorprendente che gira intorno al grande Raymond e delle persone che molto hanno contato nei suoi pochi anni.

Sono uno scrittore. Cioè, spero di diventarlo. 

E' questo il demone che agita la vita di Raymond, unica certezza tra molti incubi e fiumi di alcool. Lo ha deciso a soli 15 anni: sarà Hemingway, o nient'altro. E sarà nient'altro, sembra. Chi potrà mai scommettere su di lui? Il sogno americano e i suoi cocci, quasi una sentenza senza appello.

Poi c'è quell'editor che decide di pubblicarlo. Ma sono davvero suoi i suoi racconti? Suoi o dell'editor che a forza di tagli lo imporrà per quello che è e non è mai stato, il maestro del minimalismo?

E ci sono anche le due donne della vita, c'è la maledizione del bere, c'è la maledizione della malattia quando il peggio sembra ormai alle spalle, quando una nuova vita si spalanca...

Da leggere, questo libro singolare, spiazzante. Che raccomando anche per i quattro racconti che intervallano la narrazione, o piuttosto si intrecciano alla narrazione, in un vertiginoso gioco di corrispondenze tra la vita e la scrittura. Racconti così squisitamente carveriani, del resto....

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